Su due piedi. Camminando per un mese attraverso la Calabria by Giuliano Santoro

Su due piedi. Camminando per un mese attraverso la Calabria by Giuliano Santoro

autore:Giuliano Santoro [Santoro, Giuliano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Popular Culture, Travel, Essays & Travelogues
ISBN: 9788849833850
Google: qzG_uAAACAAJ
editore: Rubbettino
pubblicato: 2012-10-15T16:13:07+00:00


7

Camminando tra le macerie.

Da Soveria Mannelli a San Nicola da Crissa

«Soveria Mannelli è un’anomalia. Ci sono più lavoratori assunti da privati che dipendenti pubblici, c’è una zona industriale, c’è un ricco tessuto associativo», mi dicono. Ci muoviamo lungo i venti chilometri che separano Soveria da Lamezia Terme. Partiamo di buon’ora. Il condottiero è Salvatore, il cinquantenne ragazzino esperto in viaggi a piedi che ho incontrato il giorno prima. Coi racconti che dispensa lungo il viaggio costruisce un’epica, a tratti ascetica e spesso molto materiale, del camminare.

Ci dirigiamo di nuovo verso il mar Tirreno, tagliando l’entroterra del catanzarese. Attraversiamo un colle alle pendici del massiccio del Reventino, lungo una salita spaccagambe dentro un bosco fitto. Poi, quando la strada scende dolcemente permettendoci di riprendere fiato, arriviamo al villaggio di Gesariallu, composto da graziosi villini in mezzo agli alberi. Da lì, si prosegue ancora in leggera pendenza fino a Decollatura e poi si svolta a destra per una salita lunga ma poco ripida e ombreggiata che ci conduce piacevolmente al passo di Acquabona.

Il cartello indica 1050 metri sul livello del mare. Comincia la discesa verso la costa. Si vede il golfo di Sant’Eufemia e si domina la piana. Si riconosce la zona industriale e ci viene in mente il pontile dell’ex Sir, approdo metallico a picco nel mare. È un ammasso di ferro mai utilizzato che durante una gita notturna, qualche anno fa, risvegliò i miei entusiasmi cyberpunk per la decadenza postmoderna. Il pontile, di proprietà del demanio (e quindi dello Stato), avrebbe dovuto costituire il terminale dell’enorme complesso chimico realizzato nella piana di Sant’Eufemia da Nino Rovelli, una delle figure dell’industria italiana della Prima Repubblica, che riuscì a diventare, nel giro di pochi anni – e grazie ai soldi pubblici – un magnate dell’industria chimica. La caduta di Rovelli fu veloce quanto l’ascesa vertiginosa nell’empireo degli affari e dei carrozzoni di Stato, ed è oggetto ancora oggi di dibattito storico, confronto politico e cause giudiziarie. In ballo ci sono centinaia e centinaia di miliardi di lire. Attorno al pontile di Lamezia ballarono 230 miliardi di vecchie lire. Qui avrebbero dovuto attraccare le navi per lo scarico e il carico di materiali. Il sogno chimico della Sir durò soltanto il tempo della costruzione di questa infrastruttura: cinque anni di lavoro salariato per 3500 operai, dal 1971 al 1976, e poi questo ponte venne abbandonato alla salsedine. Una strada di ferro lunga seicento metri che finisce in mare aperto dove qualcuno veniva a pescare. Vennero presentati diversi progetti, per trasformare questo posto in un luogo dedicato all’arte contemporanea e valorizzarne l’architettura. Sarebbe stato un modo – uno dei tanti di cui la Calabria necessita – di fare pace con il paesaggio senza costruire presepi desolati e spettrali, come ce ne sono tanti, qua e là per la regione. Ancora una volta si sarebbe trattato di com-prendere, di abbracciare tutte assieme, la storia di questa terra e le sue complessità, non abbandonandosi a traumi, rimozioni e fatalismi.

Di notte, quando il rumore del mare che



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